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QUANDO IL PREGIUDIZIO È PIÙ IMPORTANTE DEL GIUDIZIO

Un vero successo per l’incontro ” Quando il pregiudizio è più importante del giudizio” con due donne straordinarie e simbolo dell’identità femminile.

La Giudice Paola Di Nicola, famosa per la coraggiosa e sorprendente  sentenza sulla vicenda  delle “baby squillo dei Parioli“ e autrice del libro ” La mia parola contro la sua” e l’autrice e attrice Cinzia Spanò con la sua lettura scenica tratta da ” Tutto quello che volevo” dedicata alla Giudice e alla sua coraggiosa sentenza e che verrà rappresentata al Teatro Binario 7  nei giorni 11 e 12 gennaio 2020.

 L’intensa ed emozionante performance dell’attrice, che è anche l’autrice del testo, ci hanno guidati alla scoperta di un’altra realtà, molto diversa da quella che avevamo immaginato. Attraverso un’analisi precisa dei fatti, delle circostanze e degli effetti del reato di cui una giovanissima minorenne di appena 14 anni è stata vittima, la nostra opinione sugli avvenimenti e i protagonisti si ribalta a poco a poco, costringendoci a vedere tutto l’orrore della vicenda e a riconoscere il pregiudizio che alberga anche dentro di noi. All’epoca infatti, attraverso una narrazione che faceva leva prevalentemente sugli stereotipi, i media hanno fortemente inquinato la lettura collettiva della vicenda. Lo stigma è caduto soprattutto sulle giovani, che proprio in virtù del fatto di non essere percepite come vittime sono divenute vittime una seconda volta. E’ quello che Paola Di Nicola chiama il “bi-vittimismo” e che caratterizza tanti processi di donne che hanno avuto il coraggio di denunciare le violenze subite.

La sentenza della giudice fa riflettere.

Paola Di Nicola si accorge subito che nessuna cifra potrà mai restituire alla ragazza quello che le è stato tolto. Inoltre: “Com’è possibile risarcire quello che ha barattato per denaro dandole altro denaro? Rafforzando così in lei, e in tutti noi,  l’idea che tutto sia monetizzabile, anche la dignità”.

Strappando al denaro il ruolo di detentore simbolico di tutti i valori, la Giudice perviene ad una decisione difficile e sofferta,  individuando l’unico strumento capace di restituire dignità e libertà, ossia la Conoscenza, offrendo alla ragazza diversi modelli di donne a cui ispirare la propria giovane vita. L’imputato dovrà comprare 30 opere sull’identità femminile: nella lista dei libri con cui  è obbligato a risarcire la vittima, figurano autrici come Virginia Woolf, Sibilla Aleramo, Simone de Beauvoir, Emily Dickinson, Alba de Céspedes,Anna Frank e tante altre. Saggi, romanzi, poesie.

Nell’incontro la Giudice Di Nicola, intervistata da Barbara Rachetti, giornalista e socia di ArcoDonna, ha approfondito il tema degli stereotipi sulle donne, che caratterizzano ancora tante professioni, partendo da quella di Magistrato/a, raccontando con passione la sua battaglia quotidiana per vedere riconosciuta la sua identità di donna. Tantissimi gli spunti di riflessione. Una donna straordinaria, un incontro da cui siamo usciti tutte e tutti arricchiti e forse anche un po’ più consapevoli della strada ancora da percorrere che è fatta anche di tante piccole e grandi battaglie quotidiane.